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giovedì 1 dicembre 2011

PIOGGIA DI LACRIME



Era una giornata di pioggia, come oggi.
Il cielo sembrava volersi liberare di tutte le lacrime trattenute da una vita. Rovesci di acqua e sferzanti folate di vento mi costrinsero ad alzare il bavero del giaccone.
Stavo tornando a casa con la voglia di andare altrove.
Un senso di insofferenza mi pervase d’improvviso e fu in quel preciso istante che lo vidi.
Era fermo davanti al portone del mio palazzo, fermo senza cercare un riparo sotto la pioggia che cadeva copiosa, come chi non ha più motivi per fuggire. Aveva gli occhi lucidi e per un attimo pensai che quelle sul suo volto non fossero gocce di pioggia ma lacrime trattenute da una vita.
Non lo vedevo da anni e mai avrei pensato di rivederlo. Ormai era una sfumatura di tenui colori nel quadro della mia esistenza.
Poi si avvicinò con i capelli bagnati che incorniciavano un viso dai segni più marcati, qualche ruga in più scolpita dalla sofferenza e da una vita che non gli aveva risparmiato rimpianti che accarezzava ogni sera prima di addormentarsi in attesa di un sogno.
Erano passati anni e ognuno di noi era altro.
Non c’era bisogno di dirlo, si capiva, si percepiva, si respirava come quell’odore di terra bagnata dalla pioggia incessante.
Quando fu ad un passo da me sentii quella voce che credevo dimenticata e che pure mi suscitò un sussulto dire:
“Volevo vederti per capire a cosa ho rinunciato e da cosa sono fuggito anni fa. Se avessi avuto allora il coraggio di oggi….. chissà….”
La pioggia continuava a tamburellare sull’asfalto, rivoli di acqua serpeggiavano ai nostri piedi, il vento non sembrava volersi placare mentre il suo sibilo si confuse con il brusio dei miei sentimenti in conflitto.
Chiusi gli occhi e lasciai alla pioggia il permesso di accarezzarmi per confondere le mie lacrime con quelle del cielo.
Avrei voluto gridare se solo avessi ritrovato la voce, avrei voluto dire mille cose se solo avessi saputo riassemblare quel puzzle di tasselli impazziti dentro di me….
Quando riaprii gli occhi lui era ancora lì, il suo sguardo velato da quella tristezza di chi ha compreso che non sempre si può tornare indietro. Chissà se è riuscito a vedere riflessi nei miei occhi lucidi le cicatrici delle sue ferite, chissà…..
Mi chiese scusa ed io gli sorrisi tra un brivido e una lacrima.
Parole che il vento si affrettò a portare via mentre lo vidi allontanarsi per la seconda volta dalla mia vita in una giornata di pioggia, come oggi.

1 commento:

  1. Wow.. è meraviglioso.. A chiunque l'abbia scritto, i miei più vivi complimenti.. Hai una ricchezza interiore invidiabile.. Fantastico!!

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